Con grande tripudio della Lega Nord è passato il Decreto Sicurezza. Ne avevano già fatti Maroni e Minniti e ora tocca a Salvini. I decreti teoricamente servirebbero per l’azione di governo urgente ed emergenziale, ad esempio, a stanziare soldi in breve tempo per intervenire su qualche catastrofe, ma la sicurezza è diventata una finta emergenza permanente.
I reati, sia contro la persona che contro la proprietà, sono in calo da anni sia in termini relativi che in termini assoluti. Le città sono molto più sicure dai così detti crimini predatori rispetto a 15-20 anni fa. L’unica nota stonata è che, probabilmente, certe tipologie di reato, quali i furti nelle abitazioni, sono diminuiti ma si sono sparsi maggiormente sul territorio. Anche gli omicidi sono in calo, con la notevole eccezione degli omicidi di genere, i così detti femminicidi, che sono aumento in termini relativi, data la stretta autoritaria e l’ondata reazionaria che attraversa la penisola da qualche anno.
Insomma, a vedere i dati, diffusi per altro dallo stesso Viminale, parrebbe non esistere nessuna emergenza. Che infatti non esiste, ma va inventata: per compattare la cittadinanza, rendere appetibile la militarizzazione del territorio, soddisfare l’ideologia di quella classe media in via di decomposizione e della piccola imprenditoria che sono i serbatoi di voto di Lega e, in misura differente, dei Cinque Stelle.
Laddove l’emergenza non esiste la si va a creare: ed ecco la distruzione, scientemente programmata, dei sistemi di accoglienza diffusa che getterà per strada migliaia di persone, con conseguenze facili da immaginare. E già si vuole riaprire gli odiosi CIE/CPT, magari sotto un altro nome. Se il sistema dell’accoglienza diffusa aveva i suoi difetti e presentava pesanti aspetti di speculazione economica da parte delle varie cooperative sociali ciò che si prospetta è ancora peggio: miseria diffusa e internamenti di massa per coloro che saranno definiti come indesiderabili.
Ovviamente, il decreto sicurezza va ad inasprire anche le pene per chi attua un blocco stradale, nel tentativo di colpire qui e ora le mobilitazioni operaie, sopratutto della logistica, ma non solo di questa, dato che il blocco della circolazione delle merci è una delle armi più utili in mano a degli scioperanti o a chi si batte contro la delocalizzazione di una fabbrica. Chissà che cosa ne diranno quegli italianissimi operai che sono stati ingannati dalla propaganda nazionalista e sono finiti a votare Lega o 5S quando finiranno sotto processo rischiando anni di carcere per avere bloccato un TIR.
Insomma questo decreto sicurezza si inserisce pienamente nella linea tracciata dagli analoghi precedenti e andrà a colpire qui e ora le condizioni di vita degli oppressi.
Da parte nostra non possiamo che auspicare attivamente l’emergere di un imponente movimento che ostacoli e blocchi questo ennesimo attacco alla nostra classe.
Tallide